giovedì 22 ottobre 2015

Alberto Burri centenario 1915-2015 - Città di Castello


Alberto Burri centenario 1915-2015


Non potevamo tornare a casa senza visitare il museo Burri, presso il Palazzo Albizzini, nella ricorrenza del centenario della nascita e del ventennale della morte. L’edificio  ospita il primo nucleo di opere donate dall’artista e risale alla seconda metà del XV secolo. Ha una superficie totale di 1660 mq. ripartita in tre piani, di cui il primo e il secondo sono stati adibiti a spazio espositivo e l’ultimo dedicato agli uffici, alla biblioteca e agli archivi. Burri stesso ha scelto la sede espositiva e ha selezionato le 130 opere che vi sono esposte, datate dal 1948 al 1989. Dal  9 Ottobre 2015, cento delle sue opere sono esposte presso il Solomon Guggenheim Museum di New York. La mostra è la più ampia ed esauriente mai realizzata negli USA da un museo di arte contemporanea.


Dalle sue opere su tele di sacco strappate e ricucite, che rimandano alla sua esperienza di medico (il ricordo dei corpi mutilati e feriti, delle bende piene di sangue), l’artista passa a un’intensa sperimentazione sui materiali, con preferenza per quelli più comuni, poveri o di origine industriale. La ricerca segna così varie tappe che distinguono i periodi della produzione di Burri: dalle lamiere saldate, alle plastiche e ai legni bruciati (le cosiddette “combustioni”), ai “cretti” ottenuti facendo essiccare strati di gesso, come accade quando la terra si prosciuga per l’eccessivo calore.
L’artista costringe la materia ad esprimersi, a organizzarsi in maniera sempre nuova e imprevista, non perché l’opera debba per forza rappresentare le idee dell’artista, ma perché la materia stessa è capace di rivelare da sé lo spazio, la luce, il colore e l’inquietudine della superficie.


Le opere si contraddistinguono non dal contenuto delle stesse, ma dai materiali e dai colori usati per la loro esecuzione.
 Chi é Alberto Burri ?
 Alberto Burri nasce a Città di Castello (Perugia) il 12 Marzo 1915. Si laurea in medicina nel 1940. Quale ufficiale medico è fatto prigioniero degli alleati in Tunisia nel 1943 e viene inviato nel campo di Hereford, Texas. Qui comincia a dipingere. Tornato in Italia nel 1946, si stabilisce a Roma e si dedica alla pittura.

Dal 1950 assumono rilievo i "Sacchi", fino a predominare nelle mostre personali che, dopo Roma, si tengono anche in varie città americane ed europee. Agli inizi degli anni ‘60 si segnalano in successione ravvicinata, a Parigi, Roma, L’Aquila, Livorno, e quindi a Houston, Minneapolis, Buffalo, Pasadena, le prime ricapitolazioni antologiche che, con il nuovo contributo delle "Plastiche", diverranno vere e proprie retrospettive storiche, a Darmstadt, Rotterdam, Torino e Parigi (1967-1972). Gli anni ‘70 registrano una progressiva rarefazione dei mezzi tecnici e formali verso soluzioni monumentali, dai "Cretti", ai "Cellotex" , mentre si susseguono le retrospettive storiche in Italia e all’estero. Negli ultimi venti anni della sua carriera Burri realizza complessi organismi ciclici a struttura "polifonica".

Nel 1978 Alberto Burri istituisce a Città di Castello la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri che prende il nome dal monumentale palazzo che la ospita, le cui caratteristiche richiamano la sobria architettura rinascimentale fiorentina. Degli Albizzini si hanno notizie fino dal XIV secolo e i suoi componenti sono stati protagonisti di rilievo nelle vicende storiche della città: fu probabilmente un certo Ser Filippo di Lodovico a commissionare nel 1504 a Raffaello lo Sposalizio della Vergine per la Cappella di San Giuseppe nella vicina chiesa di San Francesco. Nel 1989 la Fondazione Palazzo Albizzini, per volontà dell’artista, acquisisce gli Ex Seccatoi del Tabacco. Queste architetture irripetibili, di insolita grandezza, completamente dipinte di nero all’esterno sono state trasformate in un’imponente "scultura", sede ideale per i grandi cicli pittorici e per le sculture in ferro esposte nello spazio antistante il complesso architettonico.
Alberto Burri muore a Nizza il 13 Febbraio 1995.

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